È tornato quest’anno, dopo due anni di stop forzato causato dalle restrizioni dovute alla pandemia, l’evento “Schiavi si incontra a Roma”. L’appuntamento annuale dei numerosi emigrati nella Capitale e originari del piccolo centro dell’Alta Valle del Trigno si è svolto domenica 27 novembre. Un legame fortissimo, e a tratti patologico, che la comunità di Schiavi di Abruzzo a Roma mantiene con la terra d’origine: un legame così forte da spingere gli emigranti a riproporre stili di vita, abitudini, tradizioni e feste del paese d’origine. Questo legame, secondo Giuseppe Sommario, esperto di fenomeni migratori e ricercatore presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha prodotto sia il “mito del ritorno; un ritorno che, nella maggior parte dei casi, non si è concretizzato”, sia il “fenomeno dei paesi doppi, vere e proprie copie del paese d’origine”. Tantissime persone hanno preso parte al tradizionale appuntamento che è iniziato come solitamente avviene con la funzione religiosa al Santuario della Madonna del Divino Amore. Santa Messa presieduta dall’Arcivescovo di Passo Corese e Cardinale di Santa Romana Chiesa Enrico Feroci, concelebrata da S. E. Mons. Claudio Palumbo vescovo della diocesi di Trivento (CB) e dal parroco della Chiesa di San Maurizio Martire Don Antonio Di Palma. In questa prima domenica di Avvento ospiti della prima edizione del “Festival di Musica Sacra Popolare” intitolato “Angeli e Pastori”, il Coro Lauda Popolare San Filippo Neri diretto da Anna Rita Colaianni e da alcuni solisti dell’OPI – Orchestra Popolare Italiana – dell’Auditorium Parco della Musica di Roma. Una originale composizione liturgica che ha visto musicate e cantate le parti dell’Ordinarium e del Proprium. Le composizioni, a cura del Maestro Ambrogio Sparagna, sono tutte ispirate ai modi della musica di tradizione contadina italiana. Il Festival realizzato all’interno del Santuario della Madonna del Divino Amore, uno dei luoghi più importanti della cristianità, si svolgerà fino al 18 dicembre.Da Schiavi di Abruzzo una delegazione di residenti, guidata dal primo cittadino Luciano Piluso, a significare l’attenzione che l’amministrazione comunale ha per questo evento.A seguire il pranzo presso il ristorante “La Perla” a Castel Gandolfo, accompagnato dalla musica e dai balli sino a tarda sera. Immancabili le note che hanno accompagnato il tradizionale ballo della “Spallata” danza popolare, “endemica” del nostro territorio. La spallata è una danza presente dal sud Abruzzo, lungo tutto il Sannio fino a comprendere l’intera area irpina e alcune zone lucane. Questa danza ricopre più o meno l’antica area dei popoli sannitici ed è ancora praticata nelle zone ad economia agro-pastorale, rimaste per molti secoli sotto il controllo politico ed amministrativo del regno di Napoli. Un caloroso abbraccio agli amici Remo Cirulli, Antonio Angelilli ed a tutto il gruppo de “I Mazzaroni” (il carnevale tradizionale di Schiavi) per la graditissima sorpresa. Nella nostra cultura popolare “i mazzaroni” sono i giovani e meno giovani del paese, che indossano un caratteristico copricapo, il cimiero (c’mir) di varie forme, ricoperto di colorati fiori di carta e nastri (zagarelle). Il gruppo è capeggiato dal Pulcinella, figura centrale del carnevale schiavese, contraddistinto dalla presenza della “mazza” (sagliocca), simbolo di potere, di semidivinità e di rinnovamento vegetale. Insomma, delle vere e proprie maschere antropologiche. L’allegro gruppo ha avuto la capacità di rendere l’atmosfera carica di emozione, coinvolgendo l’intera platea con canti e balli della tradizione.A fine giornata la torta, a suggellare un momento davvero importante per la Comunità degli Schiavesi, unita più che mai ed un sentito ringraziamento agli organizzatori delle varie contrade e all’associazione di promozione sociale “Centro Italico Safinim” per la fattiva collaborazione.

Marco Cirulli