Natura e Territorio

Il territorio di Schiavi, collocato in una zona id confine tra Abruzzo e Molise, ha una morfologia tipicamente montana.

Il paese, situato a 1172 metri sul livello del mare, si affaccia lungo pendii ove si insediano numerose contrade.

La forte irregolarità del terreno deriva dalla presenza di numerosi rivoli, affluenti a sud nel fiume Trigno, ad ovest nel fiume Sente, e che hanno creato una serie di crinali percorsi un tempo da una rete capillare di campi coltivati e agglomerati rurali: Cupello, San Martino, Badia, Taverna a sud e Cannavina, Salce, Casali, Valli ad ovest e Valloni a nord-est. Tale distribuzione rispondeva alle esigenze di una popolazione dedita all’agricoltura e pastorizia e che, per l’asperità del territorio e la distanza dal centro, aveva preferito insediarsi vicino alle terre da coltivare o sfruttare a pascolo, modello già attivato nell’antichità.

Il territorio presenta boschi vari per composizione floristica e struttura, tra cui le maestose querce secolari, sentinelle centenarie dei nuclei rurali e che per secoli hanno ombreggiato nelle calure estive il faticoso lavoro contadino.

Negli ultimi tempi la fauna si è arricchita con nuovi arrivi come daini e istrici.

Gli ultimi lembi di seminativo arborato (uliveti e frutteti) della vallata del Trigno costituiscono le testimonianze residuali di una forma di paesaggio antico, espressione di un’economia contadina ormai tramontata.

Preistoria e Storia

Numerosi sono gli insediamenti protostorici tra cui quello sito sulla Montagne del Principe, della prima età del ferro.

Altri siti neolitici ed eneolitici sono stati rilevati nella piana di S. Silvestro e Colle Casacco, in Contrada Taverna, e alle pendici del Monte Pizzuto, in contrada Badia.

Schiavi di Abruzzo è un paese di origini antichissime, collocato in una zona di confine tra Abruzzo e Molise, abbarbicato sul Mons Sclavi, territoro degli antichi Sanniti Pentri, irriducibili nemici di Roma, che combatterono per cinquant’anni tre sanguinose guerre contro l’egemonia romana.

Con la ripresa economica successiva alla seconda guerra punica furono innalzati grandi e piccoli templi di pregevole fattura (vedi Templi Italici di Schiavi e Pietrabbondante). Detti territori erano sotto il controllo di Magistrati “Vici e Pagi” che intervenivano anche negli insediamenti minori.

Mommsen suppose che Schiavi fosse sede di un celeberrimus vicus.

Il Santuario di Schiavi era destinato ad agricoltori e pastori che pagavano imposte, riscosse dal Santuario stesso, con funzioni quindi, oltre che religiose, anche amministrative.

Dopo le guerre sociali del 91-88 a.C. ed in età imperiale, il Santuario svolse solo modeste attività religiose.

Si vuole che l’epoca dell’origine comunale sia quella normanna, per opera di una colonia slava.

I Templi Italici nel medio evo (ager terventias) vennero riutilizzati come chiese cattoliche.

Alla fine del XVI secolo Schiavi divenne dominio dei Caracciolo, ed al centro delle vie della transumanza. Ebbe allora anche un castello con mura e porta, ormai scomparso.